Il festival Arezzo & Fotografia con NoiNo.org.

di redazione di NoiNo.org

Il festival Arezzo & Fotografia con NoiNo.org.

Arezzo&Fotografia è una serie di mostre, workshop ed eventi che si tiene nella città toscana dal 24 settembre al 5 ottobre. Grazie all'Associazione Imago per aver aderito a NoiNo.org e per aver inserito il nostro logo nel programma e nel sito del festival. I soci di Imago dovrebbero riuscire anche a mettere a disposizione del pubblico le spillette, gli adesivi e i pieghevoli di NoiNo.org. Questa collaborazione ci fa particolarmente piacere perché è l'occasione per confrontarci su un bel tema: la costruzione dell'identità di genere, degli uomini e delle donne.

Da sempre i professionisti dell'immagine usano la fotografia per rappresentare la bellezza e anche per promuovere dei prodotti. Infatti anche il programma del festival ha in copertina un nudo femminile (molto sobrio). Ma dove finisce la ricerca estetica e comincia lo sfruttamento della dignità della donna? Perché siamo abituati a rappresentare un oggetto, un prodotto con un corpo femminile e il contrario ci sembra così strano? Domande scottanti, perché è facilissimo cadere dalla padella delle questioni etiche nella brace del perbenismo. Infatti tante donne rifiutano una rigida impostazione "in bianco e nero" della questione, e si riappropriano da protagoniste dell'immaginario erotico, rifiutando di farsi dire dai maschi cosa è bello e sexy e cosa no. A proposito, Arezzo&Fotografia propone anche dei workshop di PinUp e Fotografia Glamour. Parteciperanno delle fotografe?

E noi uomini? Che rapporto abbiamo con la nostra immagine e con quella che ci propongono i media? Anche se il campionario è molto più limitato, anche noi ci dobbiamo confrontare, nella costruzione della nostra identità, con dei modelli di uomo. Ne abbiamo cominciato a parlare con Marco dell'Associazione Imago. Lo ringraziamo per le risposte, che ci fanno sorgere qualche altra domanda… magari comincia un bel dialogo: aspettiamo anche i vostri commenti. E vi invitiamo ad andare ad Arezzo. Magari riuscite anche a farvi fare una foto per la gallery con il logo NoiNo.org da dei veri fotografi! Intanto, ecco cosa ci scrive Marco.

L'utilizzo della fotografia come strumento di autoanalisi lo stiamo affrontando da tempo, sfondi una porta aperta. In questa edizione di A&F, per l'appunto c'è una mostra dal titolo "Identità, io sono" che è la seconda fase di un progetto che stiamo portando avanti. Ovviamente le immagini sono realizzate da uomini e da donne, e nelle due mostre realizzate sul tema sono venute fuori delle belle cose. In passato abbiamo collaborato anche con il "Punto Donna" della Provincia di Arezzo con una mostra sulle donne fatta dalle donne e una sulla violenza, ci hanno chiesto un'altra collaborazione proprio pochi giorni fa.

Noino.org mi ha colpito perchè non mi era capitato mai di vedere uomini schierati apertamente contro la violenza sulle donne e istintivamente un po' diffido dei movimenti femministi, che spesso sembrano come dei maschilisti di sesso femminile. Detesto la violenza e la prevaricazione a prescindere, che sia contro la natura o il genere umano non cambia nulla. Sono fermamente convinto che siano fenomeni legati all'ignoranza ed alla maleducazione (intendendo educazione sbagliata), vanno quindi combattuti con la conoscenza e la cultura, ma per instaurare il dialogo è necessaria anche la tolleranza, la madre di tutte le virtù.

Ecco, molti altri uomini con cui siamo entrati in contatto ci hanno detto frasi simili a queste ultime di Marco. Ci fa piacere che il nostro approccio sia apprezzato, ma ci pare che tanti di noi non vedano una differenza fondamentale tra il problema della violenza contro le donne e tanti altri temi "etici". Per esempio: anche lo scrittore Stefano Benni, quando gli chiedemmo di aderire, ci rispose che ovviamente era contrario alla violenza sulle donne, così come era contrario "alla violenza sugli scoiattoli, o a quella sui sessantenni". Benni voleva usare la sua ironia contro quella che sulle prime gli sembrava una cosa scontata, "politically correct". Ma dimenticava che il suo punto di vista non poteva essere del tutto esterno: le varie forme di violenza all'interno delle relazioni (o intimate violence) si chiamano anche "di genere" perché purtroppo vengono compiute soprattutto dal genere maschile contro quello femminile. Quindi occuparsene, essendo maschi, non è proprio la stessa cosa che interessarsi di temi ambientali o di ingiustizia sociale. Ci siamo in qualche modo "in mezzo" tutti, come uomini, anche se personalmente riteniamo di esserne completamente estranei. 

E infine: ci chiediamo quanta parte della diffidenza degli uomini verso "i movimenti femministi" è effettivamente "colpa" del loro approccio (è poi lo stesso per tutti i movimenti? E siamo sicuri di conoscerlo?) e quanto è un nostro meccanismo di autodifesa preventivo (o se preferite, un caso di "coda di paglia")? Be', intanto che pensate alle risposte, condividete i nostri dubbi! 



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